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A cento anni dalla nascita, diversi convegni e iniziative hanno provato a fare il punto sull'eredità, oggi, di Franco Fortini (1917-1994). Un'eredità che si suppone multipla e difficile da misurare esattamente, la cui natura problematica risiede, oltre che nel tempo che è passato, nella qualità insieme sfaccettata e profondamente unitaria dell'opera fortiniana. Per provare a dar conto di essa si è proceduto, nel convegno e in questo volume che ne presenta gli atti, a un doppio movimento: a un'articolazione che rispecchia i molti piani dell'impegno di Fortini (la traduzione, la poesia, la saggistica politico-culturale e letteraria) risponde la portata trasversale di alcune parole chiave capaci di fare da bussola nel suo pensiero (dialettica, comunismo, classico e figura). Un elemento di omogeneità è dato dalla scelta di concentrarsi sul testo nel suo concreto svolgimento, intendendo per «testo» sia il singolo prelievo testuale che il macrotesto nel quale esso risulta inserito, e per «interpretazione» il movimento costante tra l'uno e l'altro.